L’imprevisto è dietro l’angolo e la sicurezza informatica è un bene troppo importante per la salute delle imprese: bisogna giocare d’anticipo, come un ottimo difensore, capace anche di rilanciare, impostando l’azione.
Backup e disaster recovery sono i due aspetti dello stesso problema, collegati al tema della sicurezza digitale.
Le soluzioni di backup si occupano di raccogliere e archiviare una certa mole di dati in tempi prestabiliti: quei dati devono essere immagazzinati secondo compliance e devono essere recuperabili in tempi celeri, con modalità immediate. Il disaster recovery, invece, più che un processo è una strategia.
In sostanza, il backup è un processo di disaster recovery, che rappresenta la messa in sicurezza delle informazioni del sistema informatico, attraverso la creazione di ridondanza delle informazioni stesse (una o più copie di riserva dei dati, si pensi soprattutto ai dati particolari, tutelati dal Gdpr) da utilizzare come ripristino dei dati stessi, in caso di eventi malevoli accidentali o intenzionali o semplice manutenzione del sistema.
Il più delle volte, le organizzazioni si sentono sicure perché effettuano con regolarità un backup dei dati, ma questo potrebbe non bastare. La sicurezza e l’accessibilità continua dei dati, per moltissime aziende tecnologiche ed imprese digitali, sono basilari per garantire una business continuity che permetta di mantenere efficienza nel lavoro, competitività nel mercato e credibilità tra i clienti.
In questo senso, oltre al classico processo di backup, entra in gioco il disaster recovery, che è l’insieme delle infrastrutture e misure tecnologiche, logistiche e amministrative, dirette a ripristinare immediatamente i sistemi e i dati indispensabili, per continuare ad erogare il servizio di business delle imprese.
È la modalità che consente di affrontare le possibili emergenze che possono inficiare la regolarità aziendale, evitando perdite economiche e inerzia operativa, ovvero il blocco, durante l’attività di lavoro.
C’è un dato molto significativo che fa ben capire quanto sia decisivo, per ogni azienda, avere un piano di disaster recovery: ogni anno un quinto delle imprese nel mondo viene colpita da un disastro.
I fattori di danno da emergenza possono essere i più disparati: da eventi naturali, come terremoti, incendi o alluvioni, ad attacchi fisici e informatici, come furti aziendali o un disservizio nei sistemi IT, incidenti o errori umani.
Per questo, è senza dubbio decisivo predisporre un ottimo piano di disaster recovery, in modo da poter recuperare ogni dato e mantenere attiva l’erogazione del servizio e il proprio business aziendale, in caso di emergenza.
Numeri alla mano, secondo un recente report, il 60% delle organizzazioni che subisce un disastro fallisce entro sei mesi. L’interruzione dell’attività operativa del business dell’azienda e il venir meno dei dati, anche momentaneamente, comportano, in molti casi, ingenti perdite di denaro e riducono l’influenza dell’impresa, attraverso una valutazione negativa della reputazione aziendale.
Nelle ipotesi peggiori, le aziende che non hanno un disaster recovery plan vedono compromettere drasticamente il futuro dell’attività, fino anche a dover chiudere i battenti.
Il semplice backup dei dati potrebbe non bastare a risolvere il problema: bisogna affidarsi ad un piano che preservi e tuteli la business continuity, quindi prevedere un disaster recovery plan, molto più utile di un backup in termini di sicurezza, anche solo nella sua funzione di limitare i danni in caso di emergenze improvvise: prevederlo è indispensabile.
Dunque, prevenzione deve essere la parola d’ordine, alla base del successo imprenditoriale, soprattutto quando si parla di imprese digitali. Come quelle che operano nell’e-commerce, a contatto con i clienti, che hanno necessità di garantire una funzionalità H24.
La mancanza di programmazione e preparazione potrebbe avere un costo molto elevato in caso di interruzione, ad esempio per un cyber attacco: si deve garantire una ripresa immediata.
Si pensi all’intrusione di un hacker capace di distruggere anni di dati particolari e mandare al collasso, in pochissimo tempo, molte PMI o imprese più grandi. Oppure, si pensi al danno che può derivare dal fatto che quei dati o altre informazioni possano finire nelle mani sbagliate.
In questi casi, se non si dispone di una strategia ottimale di disaster recovery, si può subire una perdita o un danno tali da paralizzare l’impresa.
Il piano di azione definisce le mosse da attuare: la strategia è l’arma che può consentire all’imprenditore digitale di avere, attraverso un disaster recovey plan, dati di backup in caso di emergenze, ma anche un sistema di ripristino rapido delle operazioni di produzione.
Naturalmente, ogni azienda avrà bisogno di un disaster recovey plan diverso, su misura, calibrato sulle proprie caratteristiche, sulle esigenze del suo mercato e del tipo di business che persegue.
In maniera sintetica ed esemplificativa, il disaster recovey plan avrà bisogno di cinque qualità:
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