Secondo Sole 24 Ore nel 2017 il 50% delle aziende chiederà ai propri dipendenti di utilizzare i device personali anche per lo svolgimento dell’attività lavorativa, questo fenomeno è conosciuto come “Bring Your Own Device” ma ci sono aspetti tutt'altro che secondari che non possiamo sottovalutare.
Il sondaggio prevede sempre più la diffusione di questa strategia aziendale, volta principalmente alla riduzione dei costi annessi e al beneficiare della maggiore efficienza che il lavoratore avrebbe utilizzando il proprio dispositivo, notebook, smarphone o tablet che sia.
E’ infatti provato che quelli di proprietà del lavoratore sono mediamente più performanti di quelli forniti dall’azienda e che la maggiore dimestichezza nell’ utilizzo di quello proprio diminuisce il tempo richiesto per lo svolgimento dell’attività.
Due piccioni con una fava, maggiore produttività con costi più bassi.
Certo a prima vista i vantaggi sembrano importanti ma più da vicino sono accompagnati da una serie di risvolti che non sono pesati adeguatamente, in quanto di importanza tale per cui potrebbe non valerne la pena.
Ecco quali sono i pericoli del BYOD:
Tiriamo le somme e la conclusione è presto detta, tuttavia le statistiche parlano chiaro, il fenomeno sembra destinato a svilupparsi e questa tendenza lascerebbe infatti ad intendere che le aziende continuino a considerare solo i benefici più immediati.
Ci sono casi invece in cui questo fenomeno non è una richiesta delle aziende ma un desiderio dello stesso lavoratore, che trova più piacevole lavorare con i propri dispositivi spesso più performanti, con cui ha un grado superiore di dimestichezza e ritiene di maggiore gradimento.
Questo introduce una sfumatura diversa in quanto il lavoratore sarebbe tenuto ad accettare il controllo del dispositivo anche se a mio parere non è una condizione sufficiente per un benestare.
La soluzione migliore continua ad essere quella di utilizzare i device forniti dall’azienda, in questo modo qualsiasi modalità operativa o decisione potrà essere intrapresa nel pieno rispetto delle necessità e direttive aziendali ed è più costosa solo in apparenza.
In ogni caso che il BYOD sia imposto, richiesto oppure evitato, notebook, tablet e smartphone sono ormai cloni l’uno dell’altro e il largo utilizzo in mobilità che ne facciamo li rende soggetti ad una infinità di attacchi e minacce.
Nella sicurezza informatica è sempre indicato seguire la logica preventiva (Security by default) e purtroppo è ancora troppo comune correre a ripari, cosa che oltre ad essere filosoficamente sbagliata, porta a situazioni peggiori dell’investire in prodotti di sicurezza.
Basta chiedersi, quanto costa?
E quanto mi costerebbe se succedesse che …?
Nella sicurezza informatica “temere di spendere soldi per nulla” è un concetto che non esiste, proteggersi e non ricevere attacchi è la vittoria più grande, non uno spreco, ogni contromisura è un’assicurazione che dobbiamo avere e sperare non ci serva mai.
In questo post abbiamo parlato dei due modelli principali, BYOD e COBO ma esistono anche due compromessi che ho descritto in questo post: “Il BYOD e le sue alternative: le possibilità sono 4”.
L’argomento è trattato anche in questa guida insieme alle opinioni di oltre 3.000 IT Manager che abbiamo raccolto per costruire la classifica dei "Top 10 rischi sulla sicurezza informatica per il 2016", completate con molti consigli utili sulle contromisure da attuare.