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E-commerce normativa: le nozioni per avviare uno shop online

17 mar , 2021 | 3 minuti

E-commerce-normativa

L’e-commerce è senza dubbio la modalità di compravendita che, più di altre, ha avuto un aumento esponenziale nell’ultimo anno: questa modalità degli scambi commerciali ha accelerato, a causa della pandemia, un processo, già in atto, di trasposizione di molte attività dal mondo reale, o “fisico”, a quello online.

È corretto probabilmente dire che l’e-shop rappresenta la certificazione che il digitale è ormai entrato, in modo preponderante, nelle nostre vite ed è necessario che le imprese non solo ne prendano atto, ma seguano la strada del web, adottando tutte le misure e mettendo in campo le trasformazioni che sono richieste dall’universo del “virtuale”.

Una delle ragioni di questa “rivoluzione” sta anche nelle grandi opportunità che l’online propone, in termini di rapidità, completezza, semplicità e (se si adottano le giuste contromisure) sicurezza.

Per tutte queste motivazioni, ma non solo, l’imprenditore digitale deve essere preparato ad affrontare il cambiamento e ad adeguarsi alle mutazioni, tanto repentine nel web, in particolare nell’e-commerce, conoscendone bene la normativa.

Il legislatore stesso, infatti, ha dovuto recepire questa realtà in evoluzione e regolamentare le compravendite online, intervenendo laddove i principi giuridici ed economici, già esistenti con riferimento ai negozi fisici, non fossero sufficienti a dettare le regole, o calibrandoli comunque alle esigenze concrete delle nuove modalità degli scambi commerciali.

 

E-commerce normativa: adempimenti fiscali e burocratici

Un’azienda può decidere di aprire un sito internet di e-commerce oppure di vendere direttamente i suoi prodotti e servizi attraverso, ad esempio, canali come eBay o Amazon. In questi casi, è necessario valutare attentamente la posizione fiscale, se si può vendere online restando nelle regole pur senza l’apertura di una partita Iva e come dichiarare i guadagni derivanti da questa attività.

La ragione è semplice: l’amministrazione finanziaria considera la vendita di beni online un’attività commerciale vera a propria. Dunque, se si superano l’occasionalità delle operazioni e un dato volume di alienazioni, la normativa prevede l’apertura di una partita Iva, oltre a precisi adempimenti burocratici e tributari.

Per quanto riguarda l’e-commerce, la normativa equipara la vendita online a tutte le altre forme di vendita a distanza. Di conseguenza, le regole fiscali da rispettare sono le stesse del commercio tradizionale. C’è comunque l’opportunità, di carattere eccezionale e in base alle norme, di vendere un prodotto con l’e-shop senza avere aperto una partita Iva.

 

E-commerce normativa: partita IVA e regime fiscale

La normativa sull’e-commerce obbliga l’apertura di una partita Iva qualora l’attività di vendita online abbia natura regolare e continuativa. Quando l’imprenditore digitale crea un portale per la commercializzazione in rete, oppure si affida ad un sito già esistente, questa attività, per legge, non ha più un carattere occasionale e, per essere in regola dal punto di vista fiscale, deve avere la partita Iva.

I successivi passaggi burocratici per avviare un’e-commerce riguardano le decisioni relative a:

  • codice ateco;
  • regime fiscale.

Il codice ateco è un numero che identifica la tipologia di attività e, con riferimento all’e-commerce, va indicato il codice “47.91.10”, che fa specifico riferimento alle attività di commercio al dettaglio, per qualsiasi prodotto, attraverso internet.

Occorre, quindi, compilare la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) per dare notizia al Comune della volontà di iniziare un’attività economica. Per quanto riguarda la sede, sarà sufficiente indicare l’indirizzo del negozio, se si svolge già un’attività di commercio al dettaglio, o anche quello di casa. Si impone poi la registrazione al registro delle imprese presso la camera di commercio.

Ci sarà, poi, il momento della scelta del regime fiscale. Nella fase iniziale, probabilmente, un’attività di e-commerce avrà un giro di affari non particolarmente elevato, perciò la soluzione più vantaggiosa è quella di affidarsi al regime forfettario. La normativa sull’e-commerce in tal senso prevede diverse agevolazioni fiscali, tra le quali:

  • tassazione con aliquota fissa al 5% per i primi cinque anni di attività;
  • esenzione dell’applicazione dell’Iva, che quindi non dovrà essere applicata sulle fatture;
  • esenzione dalla fatturazione elettronica.

Per poter accedere e mantenere il regime forfettario ci sono, peraltro, alcuni limiti da rispettare tra i quali il fatturato massimo annuo che non può superare i 65mila euro.

Come appare chiaro da quanto da quanto detto sin qui, la normativa sull’e-commerce è una disciplina specifica, in parte uguale al commercio tradizionale. L’imprenditore digitale dovrà essere preparato al rispetto di queste regole, per avviare o trasformare la sua azienda, così da sbarcare nel mondo del web con consapevolezza. Un passaggio ormai obbligato.

 

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Paolo Monini

Founder & Chief Risk Officer Archimedia
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