Anche in materia di sicurezza dei dati aziendali la prudenza non è mai troppa. Gli attacchi informatici colpiscono di continuo privati e aziende… anche di grandi dimensioni. Ma se nell’immaginario comune le grandi aziende sono talmente efficienti da assicurarsi ogni tipo di protezione, nella realtà accadono anche casi come quelli che affronteremo nelle prossime righe.
Di recente si è assistito a 2 imponenti attacchi che vale la pena analizzare come monito per chi ancora sottovaluta i rischi alla sicurezza informatica.
Il primo caso reale è quello di Iren. L’operatore multiservizi energetici italiano è stato vittima di un attacco che ha mandato in tilt tutto il sistema informatico dell’azienda, causando non pochi danni e disagi a clienti e dipendenti.
Posta in entrata e in uscita bloccata, archivi inaccessibili, ritardi nello svolgimento delle operazioni, conseguente necessità di rimandare tutto a data da destinarsi… queste sono solo alcune delle ripercussioni registrate. Un insieme di danni dal valore approssimativo di 30 milioni di euro (o almeno questo è ciò che dicono i rumors).
È bastato un PC lasciato acceso e non aggiornato per dare, ad alcuni pirati informatici professionisti, la possibilità di lanciare un criptolocker che ha reso inaccessibili tutti i dati aziendali. A quanto pare, sempre secondo i rumors, si tratterebbe di un disastro quasi annunciato: alcuni report già avevano avvertito di possibili brecce al sistema che, tuttavia, non sarebbero state prese sul serio.
Trovi informazioni più dettagliate sul sito di FederPrivacy.
I reati informatici non risparmiano neanche i dipendenti pubblici.
Il portale NoiPA (la piattaforma del Dipartimento dell'Amministrazione Generale del personale e dei servizi per la gestione del personale della Pubblica Amministrazione) poco prima della fine del 2019 è stato colpito da un attacco informatico che ha danneggiato in primis proprio chi lavora per la PA.
Le vittime sono tutti i dipendenti che, dopo un cambio di banca, dovevano registrare nel portale le nuove coordinate bancarie per vedersi accreditato lo stipendio. Proprio in questo contesto si inseriscono migliaia di mail di phishing che dirottavano i malcapitati, spingendoli a fornire dati identificativi, IBAN e numero di telefono (informazione indispensabile come metodo di autenticazione).
Il risultato? I 15 dipendenti che sono caduti nel tranello (questi i numeri forniti direttamente sul sito NoiPA) non si sono visti accreditare lo stipendio di dicembre e la tanto attesa tredicesima.
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Ecco qualche consiglio utile per evitare situazioni spiacevoli come quelle appena viste:
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