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Sicurezza informatica del futuro: il trend è la “Sicurezza diffusa”

5 nov , 2024 | 2 minuti

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Nel contesto articolato della sicurezza informatica, emerge un concetto che sta cambiando radicalmente il modo in cui le aziende proteggono i loro dati: la sicurezza diffusa.

Tradizionalmente, potremmo dire fino a qualche anno fa, la protezione delle informazioni sensibili e dei sistemi informatici era affidata a pochi esperti, in particolare al Data Protection Officer (DPO), il responsabile della protezione dei dati. Tuttavia, la crescente sofisticazione delle minacce informatiche e l’espansione delle superfici d’attacco richiedono un sostanziale cambiamento di paradigma. Per dirla con parole chiare, oggi non è più sufficiente avere solo un esperto all'interno dell'azienda, sia esso un DPO o un responsabile IT. 

L'obiettivo della sicurezza informatica moderna non è solo proteggere l'azienda da attacchi esterni, ma creare una rete di difesa interna che coinvolga tutti i livelli aziendali, dai vertici agli operatori sul campo. In questo contesto, la "sicurezza diffusa" diventa un pilastro fondamentale per le aziende che vogliono affrontare il futuro con fiducia.

 

Sicurezza diffusa: un approccio alla cybersecurity che coinvolge tutti

Per troppo tempo, la sicurezza informatica è stata vista come una responsabilità esclusiva. Questa mentalità ha creato una divisione tra chi era direttamente coinvolto nella gestione dei dati e chi, pur utilizzandoli quotidianamente, non aveva una comprensione approfondita dei rischi legati alla loro esposizione, magari anche finendo per alzare barriere ideologiche tra chi imponeva delle procedure e chi si opponeva alla loro esecuzione, ritenendola limitante o inutile.

L’evoluzione delle minacce digitali, come attacchi di phishing, ransomware, o fughe di dati causate da comportamenti scorretti (anche inconsapevoli), ha evidenziato sempre più quanto questa visione sia limitata e inefficace. La crescente complessità degli attacchi informatici dimostra che nessun sistema, per quanto tecnologicamente avanzato, è immune agli errori umani. Per questo motivo, è necessario coinvolgere ogni membro dell’organizzazione nella protezione dei dati aziendali.

Ecco che si comincia a delineare chiaramente il concetto: la sicurezza diffusa implica una condivisione di responsabilità; non più un solo esperto incaricato di gestire ogni aspetto della sicurezza, ma un’intera organizzazione che collabora attivamente per ridurre i rischi. Ogni dipendente diventa una parte della rete di difesa, contribuendo con la propria consapevolezza e il proprio comportamento sicuro a tutelare e gestire nel modo corretto i dati aziendali.

 

Il ruolo del Data Protection Officer nella sicurezza diffusa

Il Data Protection Officer in questo nuovo contesto allora non ha più un ruolo? Tutt'altro. Il DPO resta una figura strategica all'interno di questa nuova architettura di sicurezza, ma il suo ruolo si sta trasformando. Non è più unicamente il tecnico o il consulente incaricato di garantire il rispetto delle normative (come il GDPR), ma diventa un "influencer" della cultura della sicurezza in azienda.

Il DPO promuove la creazione di un ambiente in cui la sicurezza è vista come una priorità da tutti. Invece di gestire la sicurezza informatica in modo isolato, scegliendo specifici prodotti tecnologici o stabilendo procedure, deve diffondere conoscenza, fornire linee guida chiare e coordinare la formazione continua dei dipendenti. In altre parole, deve essere il motore che promuove la sicurezza diffusa. Approfondisci qui il ruolo del DPO.

Formazione e consapevolezza: le chiavi per la sicurezza diffusa

Uno dei punti cardine della sicurezza diffusa è la formazione costante dei dipendenti. Secondo studi recenti, la maggior parte dei data breach è causata da errori umani o da comportamenti negligenti. Questo significa che, anche nelle aziende dotate di tecnologie avanzate di sicurezza, il fattore umano rappresenta ancora l'anello debole della catena.

Per affrontare questo problema, le aziende devono investire in programmi di formazione che rendano i dipendenti più consapevoli delle minacce e delle loro responsabilità. La formazione non deve essere vista come un evento unico, ma come un processo continuo, adattato alle nuove minacce che emergono con il tempo.

Nel futuro della sicurezza informatica, non è più possibile separare la tecnologia dalla cultura aziendale. Per quanto avanzate siano le soluzioni di sicurezza adottate, il loro successo dipende in larga misura dal comportamento dei dipendenti. Questo è particolarmente vero in un mondo in cui il lavoro ibrido e il lavoro remoto stanno diventando la norma, ampliando la superficie di attacco e aumentando le vulnerabilità.

Il trend è chiaro: solo attraverso una cultura della sicurezza forte e condivisa sarà possibile proteggere efficacemente le informazioni aziendali e garantire un futuro sicuro per le aziende.

Paolo Monini

Founder & Chief Risk Officer Archimedia
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