Mobilità Elettrica in Italia: il Futuro secondo Gianni Catalfamo
Gianni Catalfamo è un vero esperto di innovazione, un ingegnere nucleare che ha collaborato con tantissime aziende orientate al futuro come IBM, Lexus e Ketchum. Ora è CEO di OneWedge, startup che vuole puntare alla diffusione della mobilità elettrica con una rete capillare di caricatori.
Durante il suo talk a TEDxRovigo 2018, ci ha rivelato che dotarsi di un'auto elettrica non è prettamente un problema di soldi, ma piuttosto di "sincronia" tra chi compra veicoli elettrici e chi dovrebbe installare i caricatori. Prima del suo talk ci siamo fatti svelare le sue previsioni sul futuro di questa tecnologia e del possibile impatto della stessa sulle nostre abitudini e nelle nostre città.
Ecco cosa ci ha detto 👇
Senza mobilità non c'è comunicazione perché solo spostandoci possiamo comunicare: dato che la mobilità elettrica nel nostro paese è ancora in fase embrionale, possiamo invertire l'equazione e fare in modo che la comunicazione aiuti lo sviluppo?
La mobilità elettrica è molto simile a quella tradizionale: in entrambi i casi si usa un mezzo per andare da un punto ad un altro, ma sotto altri aspetti le due cose sono diverse. Per esempio, nella mobilità tradizionale c'è un solo tipo di rifornimento (il distributore), nella mobilità elettrica invece ci sono 2 rifornimenti, quello di notte a casa e quello per strada di giorno.
Consideriamo anche l'aspetto ambientale, del quale forse si è già parlato tantissimo, ma va comunque contestualizzato in un discorso più ampio di impatto reale. La comunicazione in questo caso gioca un ruolo fondamentale, data l'abbondanza di fake news. Dico sempre che la comunicazione può essere due cose: può essere storytelling, dove racconto una storia convincente, o può essere divulgazione, in cui cerco di prendere un concetto complicato e lo rendo più semplice e comprensibile a tutti. Questo secondo tipo è fondamentale per promuovere la mobilità elettrica.
So che hai più di un blog: che rapporto hai con la comunicazione in internet?
In una prima fase della mia vita mi sono occupato di informatica, quindi usavo internet prima che si chiamasse internet. Non sono io che devo elencare le potenzialità di Internet come strumento di comunicazione. Per quanto riguarda lo scrivere nel blog, è una cosa che incoraggio di fare a tutti: ognuno di noi ha la responsabilità di essere comprensibile e scrivere è un ottimo modo per mettere in ordine i propri pensieri, rileggere e accorgersi dell'esposizione. È un esercizio che serve molto a chi scrive.
A questo punto ti chiedo le previsioni per il futuro della tecnologia, delle auto e di internet: come sarà il futuro di questo mondo delle connessioni?
Non ho la sfera di cristallo, ma sto osservando un fenomeno che, prima di aver a che fare con la mobilità elettrica, ha riguarda le nostre abitudini di consumo: la concezione dell'auto come affermazione del proprio prestigio sta sparendo! L'automobile è diventata uno strumento utile per spostarsi. Penso che le prossime generazioni utilizzeranno l'auto solo come strumento e solo quando ne avranno bisogno.
L'auto poi diventerà sempre meno una manifestazione delle proprie abilità. Io vengo da una generazione dove saper guidare e andare molto veloci era un motivo di affermazione. Ora penso che questa cosa andrà sempre più scemando man mano che aumenterà l'automazione. Vedremo tante auto che si spostano da sole, magari non per tutto il tragitto, ma per buona parte sì. Useremo automobili che non sappiamo di chi sono e magari riscopriremo il piacere di non usare l'automobile.
Questa mattina ho fatto una passeggiata per Rovigo, non avrei potuto farlo in automobile o non avrei visto nulla. Invece ho incontrato persone, sono entrato nei negozi. Sarebbe meraviglioso se in futuro le città tornassero ad essere il luogo degli umani e non quello del traffico... una sorta di risorgimento delle città.
Gianni ci ha mostrato la sua idea di futuro: automazione, elettricità e attenzione per l'ambiente saranno il perno della mobilità di domani. Affinché tutto ciò si realizzi concretamente bisogna comunicare in modo semplice e oggettivo i benefici di questa tecnologia.