Analisi SEO Siti: KPI e azioni utili per migliorare le performance
TOPICS
Sbagliando si impara. Imparando si migliora. E migliorando prima o poi si ottengono risultati… anche con la SEO.
L’analisi SEO su siti e blog aziendali è l’attività che più di tutte permette di migliorare le performance delle tue pagine e, credimi, anche quella che ti aiuterà maggiormente a prendere dimestichezza con la SEO. Vale quindi la pena di spiegarti quali dati monitorare, cosa significano e come intervenire sugli stessi.
Indice Analisi SEO Siti
- Indicizzazione pagine
- Keyword e Posizionamento
- Numero di visite
- Frequenza di rimbalzo
- Tempo di permanenza
- Conversioni
- Commenti e Backlink
- Stagionalità
Il percorso che seguirò
Per spiegarti numeri e KPI utili a giudicare le performance del sito proverò a seguire lo stesso percorso logico che una pagina web compie a livello SEO per ottenere traffico organico e conversioni. Questo perché risultati e progressi sono spesso sequenziali.
Ad esempio, è inutile chiedersi perché non arrivino conversioni se prima di tutto non ci sono visite… quest’ultimo è un problema prioritario da risolvere rispetto al primo. Allo stesso modo è superfluo valutare le visualizzazioni se Google non indicizza (e posiziona) le nostre pagine.
Per ogni parametro da analizzare poi ti suggerirò anche gli interventi utili per risolvere il problema e portare a casa risultati migliori.
Indicizzazione pagine
Da lì non si scappa. Il primo step per iniziare ad ottenere traffico organico è quello di trovare il consenso dei motori di ricerca poiché saranno loro poi a decretare il nostro livello di visibilità. Le nostre pagine devono quindi essere trovate e analizzate dai motori di ricerca.
Accade anche piuttosto di frequente che un sito o una pagina a distanza di tempo dalla messa online non sia minimamente indicizzato da Google.
Configura correttamente Search Console e Google Analytics per verificare se le tue pagine vengono indicizzate.
Keyword e Posizionamento
Archiviato il capitolo indicizzazione è il momento di verificare come Google e company giudicano le tue pagine web, quali parole chiave riconoscono tra i tuoi contenuti e soprattutto che posizionamento in SERP concedono alle tue pagine.
Verifica per quali kw ti stai posizionando, se queste sono attinenti all’argomento trattato e soprattutto se i tuoi contenuti riescono ad arrivare in prima pagina. In base a questo tipo di analisi saprai su quali pagine intervenire per migliorare i risultati organici, quali sono le “pagine trainanti” nella tua strategia SEO e quali sono i topic più ricercati.
Attenzione: non solo la SEO on-page può influenzare posizionamento e keyword. Per migliorare le performance delle tue pagine sono da considerare anche tutte le attività legate alla SEO tecnica (velocità di caricamento delle pagine, dimensionamento adeguato dei contenuti multimediali ecc…).
Numero di visite
Parlando di SEO non può essere che il risultato più incoraggiante. Il numero di visite (organiche) al sito sta ad indicare che il nostro lavoro sta dando i suoi frutti: abbiamo usato le keyword giuste e abbiamo svolto bene tutte quelle attività che i hanno messo in buona luce agli occhi dei motori di ricerca che, di riflesso, hanno messo le nostre pagine in vista agli occhi degli utenti.
Ottenere visite significa che abbiamo conquistato sia Google sia gli utenti che, tra i vari risultati mostrati in SERP, hanno preferito la nostra pagina a quelle dei competitor. Ma il lavoro da fare è ancora lungo. I risultati organici possono essere sempre migliorati tramite ottimizzazione e possibilmente mantenuti nel tempo: più visite significa aumentare anche le probabilità di conversione.
In questo frangente, per aumentare le visite, è prematuro fare una valutazione a proposito dei contenuti. Prima ancora è fondamentale catturare l’attenzione dell’utente con keyword che sintetizzino al meglio la sua ricerca, con un titolo accattivante o con una meta description che suggerisca subito il contenuto effettivo. Puoi quindi iniziare a lavorare su questi elementi.
Frequenza di rimbalzo
La frequenza di rimbalzo (o bounce rate) rappresenta la percentuale di utenti che abbandonano subito il sito dopo l’accesso alla prima pagina visitata, interrompendo quindi la navigazione fin da subito e, con essa, anche ogni possibilità di arrivare ad una conversione.
Un’elevata frequenza di rimbalzo può essere sintomo di 2 problemi:
- da una parte può significare che il contenuto realizzato non è abbastanza interessante per il lettore, il quale di conseguenza deciderà di uscire deluso perché non ha trovato la risposta che stava cercando
- dall’altra può suggerire un problema ancora più alla radice… ovvero che abbiamo selezionato una keyword sbagliata rispetto al topic che vogliamo affrontare. È il caso quindi di keyword con search intent travisato rispetto al significato attribuito generalmente dagli utenti… anche in questo caso l’abbandono è assicurato.
Quindi, se guardando gli analytics del tuo sito vedi pagine con bounce rate del 100% significa che non stanno compiendo per niente il loro dovere. Rivaluta i tuoi contenuti e le keyword utilizzate. Premesso che una frequenza di abbandono dello 0% è praticamente impossibile, attestarsi tra il 60 e l’80% può già rappresentare un risultato soddisfacente.
Tempo di permanenza in pagina
Questa metrica è senza dubbio quella che può rendere felice un buon copywriter. Maggiore è il tempo di permanenza sulla pagina o all’interno del sito, più gli utenti stanno ritenendo utili e interessanti i contenuti che hai offerto loro.
Oltre alla soddisfazione personale però c’è anche un’altra considerazione da fare: il tempo di permanenza (così come commenti o backlink) è valutato molto positivamente dai motori di ricerca. Quindi agendo sul tempo di permanenza si favoriscono direttamente anche i fattori di ranking.
Un consiglio per aumentare la permanenza sulle tue pagine è quella di integrare e migliorare la parte testuale o di inserire video (se visualizzati, il tempo di permanenza aumenterà a dismisura).
Conversioni
Una volta che i parametri visti fino a qui saranno soddisfacenti, allora potremo lavorare di fino, migliorando la parte contenutistica. L’obiettivo ultimo è sempre quello di ipnotizzare il lettore, guidarlo fino alla CTA e convincerlo a fare quel benedetto clic per la conversione.
L’obiettivo è quello di non vanificare i risultati organici ottenuti! A tal fine saranno fondamentali le tue conoscenze tecniche del settore, lo studio dei buyer persona e dei loro bisogni, nonché lavorare di persuasione per risultare più convincente.
Commenti e Backlink
Se arrivi a dover fare anche questo tipo di valutazione significa che a livello SEO sei già sulla strada giusta (ma che dico, più che giusta!)
Nel bene o nel male i commenti sottintendono che il lettore ha prestato attenzione al contenuto e che ci tiene a dare un suo feedback… significa che hai fatto centro! Tant’è che Google tiene molto in considerazione la presenza di commenti, soprattutto nei blog post. Quando gli utenti inizieranno a commentare i tuoi contenuti vorrà dire che hai iniziato ad acquisire visibilità e autorevolezza.
Ancora più preziosi poi sono i backlink, ovvero i link spontanei da parte di altri siti. Google stravede per le pagine che hanno ricevuto molti backlink attinenti all’argomento e attribuisce a questi un valore molto elevato al fine del calcolo del ranking (non per niente l’attività di link building è molto praticata). Ricorrendo ai più conosciuti tool per la SEO puoi approfondire l’analisi dei link esterni ricevuti e capire quali ti “fruttano” di più.
Stagionalità
Piccolo off-topic a proposito della stagionalità. Spesso ci si spaventa quando l’andamento del traffico ad un sito subisce oscillazioni in negativo e la “colpa” è spesso e volentieri attribuita al lavoro svolto sulla SEO.
In realtà ci sono molti casi in cui le visite subiscono flessioni negative proprio in virtù del fatto che l’argomento ricercato dagli utenti dipende dalla stagionalità o dall’accadimento di particolari eventi (vedi le ricerche relative alle caldaie che si fanno più frequenti in vista dell’inverno o quelle che hanno a che fare con agevolazioni fiscali concentrate nel periodo che coincide con la discussione/approvazione della legge di bilancio).
Conoscere l’eventuale stagionalità del proprio settore è fondamentale per evitare di farsi prendere dal panico alla prima diminuzione di visite al sito.
Vuoi conquistare la prima posizione su Google? Scarica la nostra guida e scopri le best practice SEO per la tua strategia inbound. E se vuoi approfondire puoi guardare il video dove troverai utili consigli per la tua content strategy con la nuova SEO.