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Chat GPT, SEO e Google: i contenuti AI sono a rischio penalizzazione?

27 lug , 2023 | 3 minuti

È di gran lunga l’argomento più discusso e ricercato negli ultimi mesi, almeno da chi si interessa di mondo digital, marketing e comunicazione.

Chat GPT è presentato a gran voce come la rivoluzione dei contenuti online nonché la soluzione per ottenere testi credibili e discorsivi in modo estremamente rapido . Poco chiaro è però il rapporto tra Chat GPT, SEO, Google e posizionamento organico delle pagine web.

È possibile che i contenuti realizzati dall’Intelligenza Artificiale siano motivo di penalizzazione?

Chat GPT: tutti vogliono l’Intelligenza Artificiale!

Chat GPT (Generative Pretrained Transformer) è uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale che ricorre ad algoritmi avanzati per sviluppare risposte discorsive simili a quelle umane. È dalla fine del 2022 che gli esperti del marketing digitale stanno testando e usando questo sistema, integrandolo spesso nelle attività operative di marketing per velocizzare la realizzazione di copy per il web, tanto che il fenomeno si è esteso rapidamente a macchia d’olio.

Lo stesso HubSpot negli ultimi mesi ha integrato tra le sue funzionalità la generazione automatica di testi negli editor di blog post, pagine web e post social e si può ben sperare che con il tempo (e i futuri aggiornamenti degli algoritmi) le capacità di elaborazione delle informazioni diventi sempre più precisa ed esaustiva.

Attualmente gli algoritmi che sfruttano l’intelligenza artificiale sono usati nella realizzazione di immagini, conversazioni nei chat bot, stringhe di codice in linguaggio di programmazione e anche per sviluppare testi social o per pagine web e blog post.

La domanda che sorge spontanea però è: come sono recepiti questi testi dagli utenti del web? Come sono giudicati dall’algoritmo di Google ai fini del posizionamento di una pagina web i contenuti generati in AI?

Google in particolare, nel corso degli anni ci ha dimostrato di non apprezzare particolarmente le “scappatoie” volte a migliorare posizionamento organico e autorevolezza; vedi le penalizzazioni per keyword stuffing, per contenuti duplicati o per le troppo evidenti attività di link building a pagamento… insomma: l’algoritmo di Google vuole che si giochi pulito.

Quindi, qual è l’impatto SEO dai contenuti AI?

 

Chat GPT, SEO e Google: c’è rischio di penalizzazione?

In realtà la risposta è piuttosto semplice: non esistono al momento segnali che indichino un rischio penalizzazione per i contenuti testuali sviluppati in AI.

Allo stato attuale i motori di ricerca non sono in grado di rilevare direttamente e con esattezza cosa sia opera dell’intelletto umano e cosa invece sia il frutto dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, possiamo avanzare 2 considerazioni sul tema.

1 – La qualità dei contenuti artificiali

Piuttosto che di penalizzazione per i contenuti artificiali, conviene ragionare in termini di posizionamento “bruciato” per scarsa qualità dei contenuti.

Per un copy esperto è abbastanza evidente constatare quanto le cose scritte dall’intelligenza artificiale risultino spesso generiche, ridondanti e poco tecniche.

Strumenti come Chat GPT e simili possono supportare l’attività di creazione testi in vari modi, ma difficilmente le cose scritte possono, ad esempio, raggiungere un livello di tecnicismo consono ad un blog aziendale, o risultare sufficientemente persuasivi nei confronti dei lettori. E sappiamo tutti che la “qualità” dei contenuti è fondamentale per un buon posizionamento nel tempo.

2 - Possibili aggiornamenti futuri dell’algoritmo

Non scoriamoci poi che gli update dell’algoritmo di Google sono sempre in agguato e che, di volta in volta, l’obiettivo del motore di ricerca è lo stesso di Chat GPT e strumenti affini, ovvero, fare elaborazioni il più simili possibili a quelle umane. Non si può quindi escludere che in un prossimo futuro Google riesca ad individuare parametri sufficientemente oggettivi per consentire al suo algoritmo di comprendere in che modo sono stati realizzati i contenuti web.

 

Come usare correttamente Chat GPT nel content e nella SEO

In attesa di qualche risvolto più preciso sull’argomento, conviene comunque definire alcune buone prassi per il ricordo all’intelligenza artificiale nella scrittura testi per la SEO.

Verificare la correttezza delle elaborazioni fornite dall’Intelligenza artificiale

Soprattutto quando si deve realizzare un testo tecnico o su argomenti piuttosto attuali (ad esempio se intervengono novità normative su uno specifico settore e se ne vuole dare comunicazione agli utenti) è meglio essere attenti e verificare le informazioni ottenute in AI, per evitare di perdere di credibilità e autorevolezza.

Farsi aiutare dalla AI, non sostituire del tutto

Il contributo umano è sempre fondamentale per ottenere come risultato finale un testo originale, scorrevole, casomai anche simpatico e ironico. Tutto ciò che è prodotto dall’Intelligenza Artificiale deve comunque essere visionato, riformulato e sfoltito di eventuali parti ridondanti.

Risolvere il blocco dello scrittore

Più che richiedere all’intelligenza artificiale un testo finito, può essere una buona idea quella di usare l’elaborazione artificiale come scaletta per andare a scrivere un testo molto più personale e originale. Si possono ad esempio usare le argomentazioni di output come spunto per aggiungere paragrafi e digressioni che altrimenti non ci sarebbero passate per la testa.

Ottimizzare il contenuto lato SEO

Infine, cosa molto più importante visto che l’argomento cardine dell’articolo riguarda la SEO, bisogna comunque ricordarsi che i testi generati in AI non sono per forza di cose ottimizzati (a livello di SEO on-page) per le keyword di nostro interesse. È quindi opportuno rimaneggiare il testo anche solo per ripetere qua e là la nostra parola chiave principale o eventuali parole chiave sinonime.

 

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Lorenzo Dalla Dea

Content Manager & Inbound Specialist. Affianco l’ArchiTeam curando i contenuti online dei nostri clienti, ottimizzandoli sul piano SEO e senza dimenticare che dall’altra parte dello schermo c’è sempre una persona che ha bisogno di essere informata.
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