Fattore umano e formazione sono i due pilastri da cui parte ogni organizzazione, soprattutto quando si parla di digitalizzazione. Non esiste processo produttivo, compreso quello informatico, che possa prescindere dal capitale umano: dalla decisione dell’uomo parte ogni azione.
Dato che il “percorso informatico” è avviato da una scelta del dirigente o addetto (cioè dal fattore umano), questo punto di partenza deve essere considerato l’obiettivo su cui puntare l’attenzione attraverso la formazione finanziata: migliore formazione significa minore errore umano, quindi minori rischi.
Per tale motivo, non solo la tua organizzazione deve concentrare le sue risorse (che sono un investimento) sulla preparazione di chi, per esempio, si occupa dei processi digitali e della sicurezza informatica (specie in tema di tutela dei dati di cui al Gdpr), ma può farlo in modo conveniente: la formazione è finanziabile, quindi le risorse possono arrivare dall’esterno. Cosicchè il miglioramento nella fase della preparazione arriverà con un investimento a costo zero o molto ridotto. E’ questa la chiave di volta per superare la crisi, in un momento di quiete apparente, in cui in realtà è necessario preparare al meglio i motori, scaldarli per la ripartenza.
L’importanza della formazione per le organizzazioni (aziende o pubbliche amministrazioni) è ben presente anche nell’agire del Legislatore. Non tutte le imprese sanno che la Finanziaria 2020 propone un credito d’imposta sino al 50% per quanti investono nella Formazione 4.0 del proprio personale.
Un vantaggio a cui si può accedere solo dopo aver seguito una procedura specifica. Si tratta di un’agevolazione che si può ottenere facendo rientrare nel ristoro i costi organizzativi e i docenti, ma anche le spese per le persone formate sulle tecnologie 4.0 (cyber security, big data e analisi dei dati, cloud computing, stampa 3D, eccetera).
Perché non sfruttare questa opportunità proprio ora? È evidente l’accelerazione nell’accesso al mondo del web nella fase storica attuale, in cui l’emergenza sanitaria ha costretto a ridurre drasticamente (se non ad eliminare) il contatto umano. L’esplosione dello smart working, dell’e commerce, della didattica a distanza, delle connessioni da remoto o dei collegamenti video attraverso il web, sono sotto gli occhi di tutti. L’accesso alle nuove tecnologie e alle grandi opportunità di internet è pressoché necessario. Tutto questo significa plusvalore in termini di competitività, oltre che di sicurezza.
Tra le agevolazioni contenute nella legge di bilancio 2020 è stata inoltre prevista la proroga di un anno del credito d’imposta Formazione 4.0. Con un dettaglio molto importante: le organizzazioni possono accedere al credito d’imposta in maniera indipendente dagli investimenti (e vantaggi fiscali) sui beni strumentali. In pratica, per poter usufruire del bonus formazione non si deve aver necessariamente effettuato un investimento strumentale.
E se si volge lo sguardo in senso più ampio, si potrà vedere che al tema è da sempre attenta l’Unione europea, consapevole dell’importanza dell’aggiornamento continuativo e della formazione dei lavoratori. Uno degli strumenti finanziari a disposizione delle aziende per la formazione del proprio personale è rappresentato dal Fondo Sociale Europeo.
La centralità della formazione della risorsa umana, elemento cardine per ogni organizzazione, ben si percepisce considerando che una delle principali cause di violazioni o incidenti è la vulnerabilità collegata alla debolezza nel riconoscere e fronteggiare possibili trappole informatiche, causate dai criminal hacker.
È un fatto assodato che il fattore umano rappresenta un elemento decisivo nella valutazione del rischio in tema di sicurezza ovvero di cybersecuity. La digitalizzazione e il mondo del web sono entrati a piè pari, per usare una metafora calcistica, nella vita di tutti i giorni. Aumentando così il rischio di attacchi. Si pensi alle violazioni che si riscontrano semplicemente nei casi di phishing, una truffa che consente ai criminali del web di accedere a dati e informazioni che devono essere tutelati al massimo.
Peraltro, il cybercrime dal 2018 al 2020 è cresciuto del 12,3 %, addirittura del 162% rispetto al 2014. Una crescita non solo percentuale, ma anche nella qualità, con più difficoltà a contrastare i tentativi di attacco. A maggior ragione la preparazione è l’unica forma di difesa adeguata: solo con una formazione continuativa e l’aggiornamento costante, l’operatore potrà affrontare le sfide del futuro e tutelare l’organizzazione.
Anche perché un errore banale può compromettere il lavoro di mesi (o anni) e creare danni economici rilevanti: è sufficiente aprire un allegato o un link malevolo per rovinare un’intera rete di sicurezza e generare una fuga di informazioni riservate, che possono essere rivendute e riutilizzate in ulteriori truffe o attacchi pianificati.
Sta proprio qui il nocciolo della questione sicurezza. La tutela dei dati, alla base del Gdpr sulla privacy, rende ancora più necessario affidarsi ad una difesa da Serie A: l’antidoto migliore è dare fiducia a chi può allenare al meglio la tua squadra. Soprattutto se la formazione è finanziata dall’esterno e non è un costo per l’organizzazione.
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